Riflessioni sull’essere un travel blogger
Ho iniziato a scrivere di viaggi qui nel 2016 per puro divertimento. Mi piaceva l’idea di raccontare le mie avventure ed esperienze nel mondo ed ho notato che, solitamente, questa figura viene categorizzata come “travel blogger”. Io non avevo la benché minima idea del cosa volesse dire essere “blogger”, figuriamoci “travel blogger“.
Tuttavia, ho sempre apprezzato molto il quadro che ha dipinto Andrea Petroni, fondatore di VoloGratis.org, nell’articolo “Travel blogger: cos’è e come diventarlo“:
“una nuova figura di viaggiatore, un viaggiatore 2.0 che si informa e struttura il suo viaggio grazie all’aiuto del web. […] è un grande appassionato di viaggi. È un viaggiatore che ha scelto di raccontare le sue esperienze in giro per il mondo attraverso il web. È colui che tiene un diario online (il blog) e che condivide racconti, consigli, foto e video con tutti coloro che condividono la sua stessa passione.“
C’è stato un periodo in cui mi sono sentita esaltata come tutti gli altri, nel farmi chiamare così. Ho partecipato a quelle fiere di turismo e viaggi che hanno fatto partorire articoli come “Le mie emozioni alla TTG di Rimini” (ma interessa veramente a qualcuno?). Mi ossessionavo nel postare continuamente video, foto, pensieri in viaggio. Poi ho smesso. Mi sono disintossicata.
Ho iniziato ad osservare i miei simili. Li vedevo seguire tutti la stessa noiosa corrente: se c’era quella action cam da promuovere, tutti promuovevano quella action cam. Se c’era un coupon di Booking.com, tutti a sponsorizzare quel coupon. Se la lavanda fiorisce in Provenza, si va tutti in Provenza. Accumulare followers, articoli, likes senza criterio…
Non sono mai stata una che segue la massa, che si omologa agli altri, ma stavo prendendo quella loro piega. Non stavo bene più con me stessa. Viaggiare non era più un piacere, ma quasi una sofferenza. Quindi mi sono fermata, mi sono tirata su le maniche ed ho analizzato la situazione.
Cosa fa la maggior parte dei “travel blogger” di oggi?
- È una delle tante cause del turismo di massa.
Se la meta dell’anno è la Thailandia, tutti vanno in Thailandia. Le città si intasano di traffico, iniziano a scarseggiare le risorse e si abbattono foreste per costruire hotel. Le destinazioni nel mondo diventano meri strumenti commerciali per far fare soldi. - Diventa una modella incredibilmente surreale.
Ci sta che qualcuno voglia truccarsi anche per scalare una montagna in Vietnam. Ma, quando arrivi sulla cima con la piega perfetta, quanto sei credibile?
- Sponsorizza prodotti come in TV.
Ora spiegatemi perché, mentre sei a passeggio per Matera, qualcuno dovrebbe interessarsi a comprare una crema biologica. Decidi cosa vuoi fare nella vita: vuoi fare pubblicità come Anna Valle o farmi scoprire le bellezze lucane di tufo?
- Esalta gli stereotipi e dimentica il vero.
A San Francisco a quanto pare sono esistiti solo gli hippies e si fotografa solo il Golden Gate Bridge. - Culi all’aria.
Parlavo con un’amica blogger e ci siamo chieste come mai si vedono tutti questi culi all’aria. Sei alle Hawaii e mi fai vedere il tuo culo. Ma un fiore, un animale, un frutto che si trova solo in quelle isole non puoi farmelo vedere?
- Italiano, inglese, what?
Oggi la cosa è semplice: se vuoi fare la blogger, devi saper scrivere accettabilmente in italiano (questo vuol dire anche usare le virgole!). Se vuoi fare la figa, scrivendo in inglese, lo devi conoscere. Almeno le basi! E invece no, si leggono e si sentono certi strafalcioni che…
Qual è stata la mia reazione ai “travel blogger” di oggi?
È stato difficile rendermi conto di tutto questo mondo che ritengo estremamente finto e forzato. All’improvviso non ero più ispirata da nulla, pur avendo tante cose di cui scrivere. Perché fotografare il mio culo davanti all’oceano? Perché andare dove vanno tutti solo per farlo vedere? Così ho stoppato la scrittura sul blog per mesi e con lui anche i miei canali social.
Una cosa, però, mi ha fatto capire che il mio lavoro non è stato mai vano. Le visite sul blog hanno cominciato ad aumentare ed aumentare sempre più! Anche se non scrivevo da mesi, i miei contenuti interessavano ed erano (e sono tutt’ora) ricercatissimi.
Per questo grazie di cuore a voi visitatori.
Grazie di aver gratificato la mia passione per il viaggio, per lo scoprire nuovi angoli, nuovi segreti e per trasmettervi quanto più posso per aiutarvi nei vostri giri del mondo.
L’essermi smarrita nella selva oscura del mondo del travel blogging mi ha aiutata tantissimo! Come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere, no? Ho capito, infatti, qual è l’obiettivo che voglio raggiungere in ogni mio viaggio, per poi parlartene qui: scoprire e vivere l’autenticità di ogni singolo angolo del pianeta che visiterò.
Detto questo, voglio lasciarti qualche consiglio sul come individuare il travel blogger di cui ti puoi fidare, il travel blogger ideale.
Qual è il profilo del mio travel blogger ideale?
Questi sono 10 punti che, secondo me, rendono un travel blogger davvero esemplare!
- Il/la travel blogger ha sempre i capelli in disordine. Sta scoprendo il mondo, non può avere tempo di andare dal parrucchiere.
- Ti dà consigli speciali, facendoti sentire la sua passione pura e genuina.
- Non si vergogna di fare video nelle peggiori condizioni estetiche.
- Qualche volta dimentica di postare foto o video, perché sta recuperando il jet lag.
- Si veste comodo ed indossa scarpe da tennis: non sa mai quanto e dove camminerà!
- Quando visiti il suo blog, ti viene voglia di partire, non di andare in palestra o a ricomprare il rossetto.
- Leggere i suoi articoli è un piacere, perché il suo italiano è comprensibile. Non è come ricevere pugni in un occhio.
- Quando viaggia, non perde tempo a farsi fotografare culo o addominali. È troppo impegnato a godersi quel momento.
- Non gliene frega niente della quantità di followers sui social, perché sa che tutto dipende da Google.
- Il suo approccio al viaggio è unico, mai visto prima. Le emozioni che ti suscita sono straordinarie.
Dai, fatemi sapere che ne pensate con questo articolo super iper critico col quale torno in campo!
Ciao 🙂
Sandra
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Che dire? Top! Concordo con ogni parola, virgola e punto e virgola.
Anch’io come te non sopporto certe ostentazioni che con il travel non c’entrano una cippa.
Io posto quando sono ispirata, vesto in modo easy e non compaio in foto perché mi da noia, ma mi piace raccontare le mie emozioni di viaggio affinché gli altri lo scoprano e decidano di vedere il mondo a loro volta…
Un abbraccio
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Dona
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Grazie Sandra, apprezzo tanto le tue parole! Grazie della sincerità e grazie di essere come sei: vera e sincera! Non cambiare mai 🙂 un abbraccio a te!
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Melissa
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Che Dio benedica te e questo post!!
Hai descritto perfettamente il mio stato d’animo degli ultimi mesi: zero motivazione e zero voglia di far parte del mondo dei “travel blogger”.
Tutto così finto, fintissimo (vogliamo parlare degli outfit spettacolari sfoggiati durante i viaggi più improbabili?). Sono sempre meno i blog che seguo, il mio punto di riferimento resta Simona Sacri (che dei social se ne frega e nel settore travel, quello vero, conta tantissimo) e anch’io ho iniziato a pubblicare sempre meno. Eppure c’è qualcosa che mi spinge ad andare avanti, a dimostrare che esiste ancora la possibilità di lavorare in questo settore in maniera autentica e sono felice di non essere l’unica a pensarla in questo modo. Per il resto, viva i capelli scompigliati!
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Dona
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Grazie Meli per il tuo commento e per essere passata! Ti ho pensata tanto mentre scrivevo questo articolo, perché ci siamo trovate spesso a parlarne e a sfogarci un po’ rispetto questo clima confuso! Simona Sacri la stimo molto, come testimoniano tanti miei articoli in cui la ringrazio, quindi siamo di nuovo d’accordo 🙂 Come ti dico sempre: continuiamo con la nostra unicità e non lasciamoci abbattere! Quando dubitiamo, corciamoci le maniche e produciamo un articolo interessante per i lettori e per Google e ne usciamo ancora più potenti e motivate! Un abbraccio!
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cristina
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Quanto ho apprezzato questo post!!! Baci
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Dona
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Grazie mille di essere passata e del tuo commento! Sono contenta che le mie idee vengano condivise in qualche mondo 🙂
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